Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

MICKEY 17 e la diversità che non uccide: come sopravvivere ai pregiudizi

“Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell'affrontarlo, il valore nostro. Pertanto quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo”. Così scriveva Umberto Eco in “Il diverso che viene trasformato in nemico”.

Il tema del diverso è sempre stato popolare tra gli studiosi delle scienze sociali, ma non solo: anche il cinema, a modo proprio, ha spesso cercato di rappresentarlo sul grande schermo. A tal proposito, è singolare il caso del film Mickey 17, diretto dal visionario regista premio Oscar Bong Joon-Ho Wikipedia in inglese.

La trama in breve

Mickey 17 è un interessante film del 2025, ispirato al romanzo Mickey 7 di Edward Ashton pubblicato nel 2022. La storia narra della missione colonizzatrice organizzata dal tiranno Kenneth Marshall (Mark Ruffalo), un leader esaltato deciso a conquistare il remoto pianeta Niflheim, abitato da alieni esseri vermiformi chiamati striscianti.

Alla spedizione partecipa anche Mickey Barnes (Robert Pattinson), un giovane in fuga da criminali malavitosi, che viene arruolato come “sacrificabile”, ovvero come cavia umana, impiegata per testare tutte le condizioni potenzialmente letali che si presentano durante l’impresa spaziale. Ogni volta che muore, il protagonista viene rigenerato da un’avanzata stampante 3D che produce un clone nuovo, mantenendo però la memoria dell’originale.

Il tema del diverso

Nel caso della pellicola, il tema del “diverso” o “Altro” è affrontato in maniera duplice.

Da un lato, si può vedere come Mickey, nonostante mantenga la continuità fisica fino all’ultima versione, non sia nel profondo la stessa persona. Questa discontinuità emerge chiaramente dalla conflittualità tra le versioni 17 e 18, costrette a coesistere per un’imprevista complicazione, diventando l’una nemica dell’altra e rimarcando la discordanza tra idem e ipse di cui parla Ugo Volli in “Identità: essere uguali ma non omologati” mentre cita Paul Ricoeur.

Dall’altro, anche la rappresentazione degli striscianti come antagonisti degli umani è notevole, a partire dal soprannome dispregiativo scelto da Marshall per le creature.

È proprio l’atteggiamento superficiale e discriminatorio di quest’ultimo a confermare che “vengono costruiti come nemici non tanto i diversi che ci minacciano direttamente […] bensì coloro che qualcuno ha interesse a rappresentare come minacciosi anche se non ci minacciano direttamente, così che non tanto la loro minacciosità ne faccia risaltare la diversità, ma la loro diversità diventi segno di minacciosità”, come argomenta Eco.

Infatti, nonostante l’aspetto temibile e ostile, le creature autoctone si rivelano in realtà innocue, anzi, in più occasioni si dimostrano curiose e aperte al dialogo con Mickey che, grazie a un traduttore progettato da una collega scienziata, stabilisce un contatto diretto con loro, al fine di instaurare una convivenza pacifica.

L’importanza del dialogo

Per concludere, ragionando proprio sulla possibilità di un’esistenza aperta al dialogo con l’alterità – per quanto spaventosa possa sembrare – è utile ripensare alla domanda provocatoria posta da Gian Paolo Caprettini: “Si può imparare una cultura straniera così come si impara una lingua straniera?”. Nel caso degli striscianti la risposta pare proprio essere positiva, purché si sia disposti a decostruire il nemico, autoprodotto sulla base di mere apparenze e falsi pregiudizi.

Milena Messeri

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