Cristo si è fermato a Beirut: la capitale libanese distrutta dalle fiamme, nella scatto di Lorenzo Tugnoli
Meno di un anno fa, più precisamente nella calda estate del 2020, i media di tutto il mondo non facevano che ricordarci, 24 ore su 24, che ci trovavamo nel bel mezzo di una pandemia. Eppure, quel 4 agosto non passò inosservato. Poco dopo le 18.00 le tv, i giornali online e i post su Facebook iniziarono a far girare le prime foto dell’accaduto e le prime informazioni che parlavano di feriti, di morti e di una grande esplosione. In un primo momento si pensò anche a un attentato. Quel che era certo è che il porto di Beirut era avvolto dal fuoco, che non sembrava volersi fermare.
Qualche ora dopo
si cercò di fare chiarezza: due esplosioni, una prima meno forte e una seconda più
potente, uccisero 207 persone e ne ferirono 7000.
Lorenzo Tugnoli ha immortalato in una foto l’essenza di un momento
così drammatico. La vita e la morte, l’artificio e l’uomo,
la forza e la fragilità. È proprio con quest’ultimo dualismo che
la giuria del World Press Photo 2021 ha decretato la foto vincitrice del
primo premio nella categoria Spot news storie.
Lo scatto
ritrae in primo piano un ragazzo dal corpo martoriato, di profilo e con
lo sguardo cupo rivolto verso il basso. Ciò che sta guardando rimane un segreto
tra il fotografo e il fotografato. Tuttavia, dallo sfondo si delinea uno
scenario apocalittico, che lascia poco spazio all’immaginazione dello
spettatore: può trattarsi di macerie o nel caso peggiore di un cadavere. La
stessa schiena ferita dell’uomo crea ridondanza con ciò che le è intorno, incarnando
il grande dolore della capitale libanese e dei suoi abitanti.
Valeria Spinelli
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