Ali e mari di cura e speranza. Sulla foto "The first embrace" di Mads Nissen
Il 2020 rimarrà impresso nella memoria mondiale, come le ferite di una pandemia che tarda a cessare. Perdite, assenza di contatti, isolamento sono solo alcuni dei concetti con cui ci siamo dovuti confrontare. Non stupisce, quindi, che la foto dell’anno premiata al World Press Photo 2021 abbia come protagonista un abbraccio. Per l’85enne Rosa Luzia Lunardi è il primo dopo cinque mesi. A stringerla, l’infermiera Adriana Silva de Costa Souza.
Il fotografo danese Mads Nissen ha immortalato il momento il 5 agosto 2020, nella casa di riposo Viva Bem a São Paulo in Brasile. Qui, grazie all’installazione di una tenda di plastica rinominata “The Hug Curtain”, i residenti hanno potuto sentire il calore di un altro essere umano senza mettere a rischio la propria sicurezza.
Dal punto di vista offertoci dallo scatto, le figure delle
due donne appaiono perfettamente sovrapposte, quasi a creare un unico
soggetto. A rafforzare questa percezione è anche il richiamo di colori,
perlopiù neutri: il tono della pelle è molto simile; i capelli di
Rosa, più chiari sulle tempie e più scuri sulla nuca, sono grigi come la maglia
di Adriana. Lo sfondo nero assorbe il vestiario della residente e dà, così, maggiore
rilevanza al giallo. Esso, con i bordi della porzione di plastica in cui
si inseriscono le braccia, disegna delle ali immaginarie sulle spalle dell’85enne.
Le mani, tra i principali veicoli di trasmissione
del SARS-CoV-2, sono al
centro dell’inquadratura: non rappresentano un pericolo, ma solo cura e conforto.
La luce frontale evidenzia il drappeggio del telo che sembra riprodurre le
irregolarità di una distesa d’acqua.
Adriana è la scialuppa che permette a Rosa di rimanere
a galla; il suo abbraccio è il mezzo per tornare a volare.
La foto appare come un tributo agli infermieri, ai caregiver,
e soprattutto agli anziani, isolati più che mai durante l’emergenza sanitaria. Ma
è anche una celebrazione della vita, dell’affetto, del contatto. Un inno
alla speranza.
Vittoria Sibilia
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