Un pescatore nel deserto: la siccità in Amazzonia raccontata al World Press Photo 2024
Un uomo cammina solitario totalmente immerso in un ambiente arido, quasi marziano. La sua figura è minuscola se messa a confronto con la vastità del paesaggio circostante ed è difficile visualizzarne i dettagli. Si scorgono a malapena un bastone tenuto in mano, un grosso cesto caricato sulla schiena e una lunghissima scia di passi tracciata nella sabbia. Dietro di lui solo quelle che sembrerebbero essere le dune di un deserto. Tuttavia, quella che stiamo vedendo non è l’immagine di un esploratore e nemmeno quella di un astronauta alla scoperta di pianeti disabitati.
Quella davanti a noi è Drought in the Amazon, una delle foto finaliste selezionate dal World Press Photo 2024 per la regione Sud America, nella categoria Singles. L’autore, Lalo de Almeida, è un fotogiornalista originario di San Paulo, che tra i suoi lavori si occupa di indagare alcune delle questioni più problematiche che da tempo affliggono il territorio sudamericano, come i fenomeni legati al cambiamento climatico che stanno colpendo duramente l’Amazzonia.
Oltre alla denuncia ecologista, l’autore con la sua opera cattura la relazione inscindibile tra l’ambiente naturale e le popolazioni indigene che lo abitano. Il soggetto, infatti, è un pescatore originario della regione di Tefé, in Brasile. Storicamente le comunità che popolano quest’area vivono a stretto contatto con il fiume, ma ora, senza più acqua e con il letto del Rio completamente secco, i residenti di queste zone devono camminare per chilometri per riuscire a trovare fonti di sostentamento. La buona riuscita di queste traversate non è sempre garantita e la vita non è più la stessa.
La foresta Amazzonica, considerata il “polmone del mondo”, si sta irreversibilmente incancrenendo tra deforestazione e crescente siccità. Le implicazioni di questa crisi non colpiscono solo le popolazioni locali, ma hanno ripercussioni su scala globale. Con un singolo scatto Almeida ce lo ricorda efficacemente, restituendoci il simbolo di una natura sempre più minacciata e sfruttata da scelte umane operate senza scrupoli. La riflessione su quale strada vogliamo percorrere è dunque obbligata: continuare a marciare verso un mondo deserto o tornare sui nostri passi?
Giulia Mazzini
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