Le conseguenze del cambiamento climatico: A Day in the Life of a Quebec Fire Crew
A Day in the Life of a Quebec Fire Crew è lo scatto realizzato da Charles-Frédérick Ouellet, per il concorso World Press Photo 2024. La fotografia ritrae un vigile del fuoco, Theo Dagnaud, mentre scandaglia l’orizzonte in modo da poter segnalare di aver controllato la zona forestale, insieme al resto della pattuglia.
Durante la stagione estiva del 2023, enormi incendi si
sono abbattuti sulle foreste di tutto il Canada, a causa delle alte
temperature riscontrate e della forte siccità. In particolare, nella
zona più a nord del Quebec, 5 milioni di ettari sono bruciati
costringendo 14,000 persone a evacuare dalle loro abitazioni.
L’immagine, a un primo impatto visivo, ci porta a
osservare i due soggetti principali: il grande masso centrale e il
pompiere. La discordanza delle loro dimensioni è significativa poiché la
pietra è dominante e l’uomo si trova in una posizione alta, di controllo,
garantita solo grazie alla prima. Inoltre, Theo possiede un’aura monumentale,
data dal suo corpo eretto e verticale, lo sguardo fisso, sostenuto dall’altezza
in cui si trova.
Questo aspetto viene accentuato anche dalla nostra prospettiva:
il nostro sguardo infatti parte dal basso, noi siamo solo osservatori
di questo monumento simbolico. Restiamo a distanza mentre scrutiamo il
vigile del fuoco compiere la stessa azione verso l’ambiente circostante.
Ogni contorno è definito e risalta nel cielo: i tronchi esili
con i loro rami spezzati, le increspature e il muschio sulla pietra, la divisa
e i lineamenti del volto di Theo. I colori utilizzati, il bianco, il nero
e una scala di grigi, accentuano l’immobilità della natura morta, le
piante ormai bruciate, senza foglie e senza vita. Questi colori richiamano
anche ciò che viene prodotto dal fuoco: il fumo e la cenere.
La fotografia rappresenta la gravità del cambiamento
climatico: l’uomo cerca di ergersi al di sopra della natura e di
controllare la situazione, ma l’azione del vigile è solo una conseguenza e
una limitazione di un danno che noi stessi, come umanità, abbiamo
contribuito a creare.
Laura Capitani
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