Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

Heartstrings: un intimo ritratto della demenza senile in Giappone

Il progetto Heartstrings di Kazuhiko Matsumura vuole ritrarre il problema della demenza in Giappone. La popolazione giapponese, infatti, presenta uno dei numeri più alti al mondo di persone anziane affette da malattie come l’Alzheimer. Attraverso le sue fotografie, l’artista non ci mostra solo i problemi sociali legati alla malattia, ma anche le relazioni tra i protagonisti dei suoi racconti e i loro famigliari.

Matsumura struttura il suo lavoro in quattro capitoli che raccontano tre storie, focalizzate su famiglie diverse: nella prima viene trattata la sparizione di Shigeo Mori, dovuta a una mancanza di aiuto medico nonostante i sintomi della demenza; nella seconda conosciamo Atsushi Shimosaka che riceve una diagnosi di Alzheimer precoce a soli 46 anni; nella terza vengono descritti i cambiamenti nella vita di Kimiko Taniguchi e di suo marito, dopo la malattia.

La sfida maggiore nel guidarci alla comprensione del fenomeno è stata, per il fotografo, evitare gli stereotipi sul tema. I suoi primi tentativi riuscivano a esprimere la tristezza e il dolore, ma trascuravano una parte del messaggio che voleva trasmettere. In seguito, è riuscito ad adottare un approccio più delicato. Ha valorizzato il punto di vista più personale dei protagonisti delle sue fotografie, e ha optato per un bianco e nero talvolta illuminato da tenui colori in quei rari momenti di gioia, spesso legati a un ricongiungimento con la natura

 

Walking together 

In questo capitolo il fotografo non si limita a rappresentare l’inorganico wandering, il vagare senza scopo che i giapponesi chiamano haikai, di Shigeo e di sua moglie che ne ripercorre i passi sei anni dopo. La serie di foto si apre e si chiude con due luoghi significativi: la strada dov’è stato visto per l’ultima volta e il parco dove amava passeggiare. All’interno di questa cornice vi sono alcuni oggetti che ci permettono di entrare in maniera più intima nella loro vita. L’ultimo ritaglio di giornale, le indicazioni nel parco, gli occhiali, l’urna, un pezzo degli shogi (gli scacchi giapponesi) sono portatori di un significato più profondo legato al ricordo dell’uomo che rimane alla moglie.

 

Journey of the Heart 

Nel successivo capitolo entriamo nella vita di Atsushi, un fotografo che ha collaborato con Matsumura agli effetti di alcune foto del progetto. Le immagini si concentrano sulla sua perdita di cognizione dello spazio e del tempo a causa della malattia. Il ritratto dell’uomo risulta allora molto significativo: i contorni non definiti e la figura luminescente come quella di un fantasma simboleggiano la perdita sia fisica sia mentale della sua persona. Unico elemento visibile sono gli occhiali, un oggetto, ancora una volta, che agisce da supporto per il ricordo. 

 

Heartstrings 

Nell’ultimo capitolo, Masaharu, il marito di Kimiko, ci racconta la trasformazione del loro rapporto in seguito alla malattia. Da un giorno all’altro Kimiko non era più in grado di riconoscere la sua famiglia; una foto sfocata rappresenta questo momento. La donna non ha più riconosciuto in Masaharu un marito, ma un padre. Interpretare questo nuovo ruolo ha permesso all’uomo di riconnettere il filo che legava i loro cuori, gli heartstrings che danno il titolo al progetto. 

 

La cura e il rapporto umano 

Matsumura si domanda come poter migliorare la vita di queste persone più fragili. Atsushi ha ritrovato la sua felicità offrendo aiuto a chi soffre della sua stessa malattia. Masaharu sottolinea il ruolo dei caregiver, ma ne denuncia anche la carenza, uno dei problemi sociali del Giappone. La risposta è allora nella cura, nell'instaurarsi di rapporti umani: stare vicino a queste persone, ascoltare le loro storie è la migliore medicina


Laura Capitani, Mattia Medina

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