Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

Heartstrings, i sentimenti della memoria al World Press Photo 2024

Kazuhiko Matsumura è un fotogiornalista di Kyoto, specializzato in scatti dedicati alla vita umana in tutti i suoi aspetti più intimi. Il suo progetto per il World Press Photo 2024, Heartstrings, è dedicato a rappresentare patologie neurodegenerative come la demenza senile e il morbo di Alzheimer

Focalizzandosi sui mondi interiori dei suoi soggetti, Matsumura restituisce con delicatezza il ritratto di una difficile condizione umana che al giorno d’oggi affligge sempre più persone. Come è spiegato nella stessa opera, la popolazione giapponese ha infatti una delle più alte percentuali a livello mondiale di individui affetti dalle suddette malattie. Lo scopo del lavoro è, dunque, quello di mettere in luce non solo le problematiche mediche e sociali implicate da questo dato, ma anche di ritrarre umanamente questa fetta di popolazione, creando connessioni tra affetti, oggetti e ricordi. 

Heartstrings si divide in quattro capitoli composti da trenta foto, dedicati a tre personaggi e alle loro storie. Le immagini che si susseguono, ognuna corredata di una didascalia volta a raccontare la storia dietro ogni scatto, sono realizzate in bianco e nero o presentano particolari effetti di luce e giochi con la messa a fuoco. Il colore, quando presente, risulta sbiadito, sfumato e in generale poco saturo. La scelta stilistica rimanda alle condizioni di oblio, perdita di memoria e confusione mentale legate alle patologie neurodegenerative.

I soggetti delle immagini sono prevalentemente ambienti, persone e oggetti legati alla memoria e alla quotidianità dei tre protagonisti: case, camere da letto, cucine, luoghi significativi; familiari, caretaker, ritratti dei personaggi stessi; effetti personali come occhiali, origami e foto ricordo incorniciate. Nelle foto si individuano le forme, ma si perdono tutti i tratti distintivi che caratterizzano i singoli soggetti e oggetti ritratti. Gli elementi connessi con i sentimenti dei personaggi vengono rappresentati con una sfumatura che ne rende difficile, se non impossibile, il riconoscimento. Le figure umane ricordano fantasmi sul punto di scomparire, evanescenti come i ricordi di coloro che sono colpiti dalle malattie neurodegenerative.

Un elemento ricorrente in tutte le foto è l’uso particolare della luce. L’opposizione bianco-nero domina le scene. Il contrasto viene evidenziato da una luce che risulta molto luminosa, ma che non sembra illuminare niente. La luce rimane condensata nella sorgente e l’ambiente circostante resta nel buio. Questa netta differenza mette in risalto ciò che è riconoscibile con ciò che non lo è più dal punto di vista dei personaggi. La luce viene, quindi, rappresentata come ancora sulla realtà in opposizione al buio che simboleggia il naufragio della mente.

In Giappone esiste una parola per definire i pazienti affetti da demenza: haikai”, che descrive letteralmente la condizione di qualcuno che “vaga senza meta”. Il termine non solo è evidentemente improprio, ma socialmente concorre a esacerbare ansie e paure che possono contribuire a diagnosi tardive o a resistenze da parte del paziente nell’accettare la malattia e le terapie. Sensibilizzare su questo tema era, dunque, estremamente importante per Matsumura che è riuscito a parlarne in maniera profonda dimostrando che, anche laddove sembra non esserci più speranza, l’empatia può essere una cura. Questo progetto – attraverso le foto e i legami costruiti con tutti coloro che hanno collaborato – ne rappresenta un manifesto.

Marco Lauletta, Giulia Mazzini

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