Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

Fighting, Not Sinking: la testimonianza che combatte l’oblio

Nel quadro dei vincitori per la categoria “Singole” della 67esima edizione del World Press Photo 2024, Eddie Jim conquista con Fighting, Not Sinking. L’artista ritrae nel suo scatto Lotomau Fiafia, abbracciato a suo nipote John, nel punto in cui si ricorda della presenza del bagnasciuga quando era giovane, affrontando così il tema del cambiamento climatico.

Da un punto di vista visivo, l’immagine è sicuramente interessante perché presenta una divisione netta tra la parte inferiore e quella superiore; le quali riflettono rispettivamente una condizione passata, offuscata e ormai quasi dimenticata, e una condizione presente, più nitida che mai. Tale compresenza genera una dinamica che consente di intraprendere un autentico viaggio nel tempo, attraverso generazioni non consecutive, pur restando immobili dinnanzi alla foto.

Tuttavia, oltre al significato visivo intrinseco, il lavoro di Jim offre uno spunto per una più ampia e intrigante riflessione sul valore della testimonianza. Testimoniare è un atto complesso che si colloca esattamente nella giuntura tra esperienza e discorso, nonché un processo comunicativo e semiotico. Il punto immortalato potrebbe essere considerato come un luogo della memoria, per Fiafia e la sua generazione, che si realizza come testimone diretto e naturale. Al contrario, la fotografia di Jim, sebbene silenziosa, amplifica il racconto di una memoria frammentata configurandosi come testimone indiretto. Tale passaggio da testimone diretto a testimone indiretto implica una dimensione trasduttiva che produce una conversione di sensi: mentre per il primo il ricordo si manifesta attraverso immagini e sensazioni interne alla mente e al corpo, il secondo lo traduce in un’altra forma, interpretandolo e significandolo per comunicare qualcosa di diverso.

Per concludere, lo scorcio dell’artista si definisce dunque come un archivio non solo in termini di deposito di memoria, ma anche di supporto da cui trarre ispirazione e in cui conservare l’interpretazione del presente e della sua storia. In questo senso è possibile l’idea di “fighting, not sinking”, e cioè “combattere, non affondare”: attraverso l’utilizzo della testimonianza come arma contro l’oblio. Infatti, è guardando al passato e ricordandosene che è possibile agire sugli aspetti catastrofici del presente.

Gaia Benedetti

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