"The Will to Remember": contro il negazionismo del massacro dell’Università Thammasat
Kintsugi (金継ぎ): letteralmente oro (“kin”) e riunire, riparare (“tsugi”).
Si tratta di una tecnica di origine giapponese utilizzata per oggetto rotto, attraverso della lacca e della polvere d’oro, affinché venga valorizzato e reso più prezioso. Dietro questa arte si nasconde il simbolo della resilienza: resistere e crescere attraverso le proprie ferite, mettendole in risalto. Questo è il collante, simbolico e visivo, del progetto fotografico The Will to Remember dell’artista thailandese Charinthorn Rachurutchata, presentato in occasione del World Press Photo Open Format 2022 (categoria regionale del Sud-est asiatico e dell’Oceania).
Contro
una forma di negazionismo, le venti foto proposte tentano di
trasmettere la memoria di un evento cancellato dalla storia della
Thailandia: il massacro
degli studenti dell’Università Thammasat nel 1976. A fianco a delle immagini
d’archivio, riconoscibili dalla loro tonalità seppia, vengono presentate delle
fotografie a colori scattate durante le proteste thailandesi pro-democrazia
organizzate tra il 2020 e il 2022.
La Thailandia
rimane sulla carta una monarchia costituzionale ma, dal colpo di stato del
2014, è governata da una dittatura militare che nega apertamente l’evento,portando
i giovani a interrogarsi sul passato per provare a capire i problemi che
affliggono il proprio paese.
Le immagini sono state strappate dalla fotografa come atto simbolico per indicare la brutalità del massacro e la lacerazione politica attuale interna al paese.
Però,
in contrasto con la precedente operazione, la particolarità di questo progetto
si cela dietro l’uso del
kintsugi: la polvere d’oro, utilizzata per ricucire i frammenti,
crea una continuità tra gli scatti. Ma soprattutto definisce un percorso
speranzosamente percorribile da parte delle generazioni più giovani, dal trauma
del passato alla possibilità di un futuro migliore.
In questo modo il passato non viene cancellato ma ricostruito, trasformando le cicatrici in qualcosa di più prezioso.
Martina Accettola
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