Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

Perché stiamo ancora a guardare? Deforestazione e indifferenza nel lavoro di Lalo de Almeida vincitore del World Press Photo Long-Term Project Award

Amazonian Dystopia è un progetto che cerca di osservare dall’interno le riforme liberiste del presidente brasiliano Jair Bolsonaro per mostrare gli effetti e le minacce che la deforestazione sta creando alle popolazioni indigene della foresta amazzonica.

Il disastro ambientale voluto dal Brasile, in quanto più evidente e più sensibile agli interessi delle comunità occidentali, ha oscurato per anni questa crisi umanitaria lasciando intere comunità abbandonate alla mercé di politiche ingiuste.

Al contrario di altri progetti che si soffermano sui cambiamenti del territorio, il fotografo si concentra sulle vite che vengono influenzate dallo sfruttamento territoriale, attraverso una serie di fotografie che seguono per dieci anni l’evoluzione di un appezzamento destinato alla bonifica per l'allevamento.

Il racconto di Lalo de Almeida tenta di restituire la componente umana al dramma dell'abbattimento e della bonifica delle foreste vergini in Sudamerica. La foresta è un luogo “pieno di niente” in cui ogni elemento che non appartiene alla foresta stessa risulta estraneo e ostile. Gli indigeni e le loro abitazioni sembrano diventare parte integrante di quell’ecosistema complesso e misterioso.

Le popolazioni amazzoniche non vengono rappresentate come primitive o folkloristiche ma come una comunità unita che è costretta ad abbandonare il proprio luogo di origine. In questo progetto la deforestazione assume i contorni di una deportazione, il disboscamento prende l’aspetto di un’operazione militare, gli sfollati sono impotenti e spaventati e l’allevamento del bestiame diventa una nuova forma di occupazione.

Riccardo Marchettini

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