La distopia amazzonica nello scatto di Lalo de Almeida
Una delle foto più suggestive scattate dal brasiliano Lalo de Almeida è quella che ritrae i Munduruku in attesa di prendere un volo all’aeroporto di Altamira. L’istantanea fa parte del progetto Amazonian Dystopia, vincitore del World Press Photo Long-Term Project Award, e racconta l’impatto delle politiche del presidente Jair Bolsonaro sul territorio dell’Amazzonia brasiliana e sullo stile di vita delle popolazioni autoctone.
I nativi – che ritornano a casa dopo aver protestato contro la costruzione della diga di Belo Monte sul fiume Xingu – portano addosso tutte le contraddizioni della società contemporanea: sui loro corpi i tatuaggi e gli abiti tradizionali convivono con le valigie, i trolley e le sneakers, simbolo della cultura occidentale.
I protagonisti dello scatto appaiono fuori contesto, schiacciati in un ambiente ristretto, asettico e illuminato dai neon, mentre attendono diligentemente in fila. Un luogo di passaggio, calpestato distrattamente da chi ha un’altra meta da raggiungere: così come la loro terra, devastata e deforestata in nome del guadagno economico. Nessuno dei soggetti rivolge lo sguardo alla fotocamera, tutti sembrano assorti nei propri pensieri e distratti da ciò che li circonda. Il bianco e nero scelto dal fotografo ci impedisce di vedere i colori degli accessori e dei tatuaggi tradizionali, inghiottiti dal grigiore del mondo moderno.
Il contrasto tra le profonde radici ancestrali dei Munduruku e l’inconsistente uniformità dei nostri tempi sembra preannunciare un futuro oscuro: la Dystopia da cui prende il nome il progetto. In questo gioco di luci e ombre i protagonisti assoluti sono i corpi di chi vive sulla propria pelle i rischi e le minacce dello sfruttamento delle risorse naturali nell’Amazzonia brasiliana.
Alice Usala
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