Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

Il Diverso in "The end of the f***ing world"

The end of the f***ing world – serie TV disponibile su Netflix e tratta dalla graphic novel di Charles Forsman – ci racconta di una delle più grandi paure della storia dell’uomo: la paura del diverso.

James e Alyssa, infatti, sono l’emblema della dissonanza. Una coppia di teenager che si destreggia tra gli otto episodi della serie ed è costretta a scappare da un mondo che non la accetta, che la vede come un corpo estraneo. E i ragazzi decidono di fuggire, andando incontro a mille peripezie, sempre in bilico tra la giocosità e il dramma tipico degli adolescenti. Perché James e Alyssa sono e rimangono tali, con tutti i loro pregi e tutti i loro difetti. Se lei è una ragazza sopra le righe, con il sarcasmo tipico di una persona piena di risentimenti, lui è un diciassettenne incapace di provare emozioni, che fin da bambino uccideva piccoli animali per hobby. Ingredienti perfetti per un cocktail esplosivo. Soprattutto quando, nella prima puntata, James sceglie Alyssa come sua prossima vittima. E Alyssa, ragazza borderline, senza amici, schiacciata dall’interesse inappropriato del suo patrigno e dall’indifferenza della madre che non si accorge di niente, è la vittima perfetta.

The end of the f***ing world parte da queste premesse per riportare a galla una delle domande più antiche del genere umano. È giusto avere paura del diverso?

Ci sono un’infinità di storie e di storici che demonizzano il diverso: Eco li ha raccolti tutti, perché anche nel mondo di oggi “crearsi un nemico è importante non solo per ridefinire la nostra identità, ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori.” Da Tacito e dalla paura di quegli ebrei che ‘seppelliscono i morti e non venerano i nostri Cesari’ a tale Berrillon che durante la Prima Guerra Mondiale raccontava di tedeschi che ‘producono più materia fecale dei francesi’.

Ma oggi siamo nell’epoca delle comodità, e quale ostacolo più comodo da superare di una coppia di ragazzini abbandonati?

Così avranno pensato i bulli della scuola, e così avranno pensato anche gli adulti che avevano bisogno di un colpevole per giustificare i propri fallimenti. Il viaggio di James e Alyssa, un vero e proprio viaggio dell’Eroe, introduce tanti altri personaggi, veri e propri Opponenti che si frappongono, con la violenza e i pregiudizi tipici del mondo degli adulti, tra i due ragazzi e il loro unico scopo: un disperato bisogno di affetto. Affetto che non è arrivato dalle famiglie, da insegnanti che non li hanno capiti, dagli amici che li hanno presi in giro. Diversità che conduce all’isolamento, e alla condanna da parte degli ‘altri’. Perché la società di oggi conduce all’appiattimento, e recuperare la propria identità deve diventare un viaggio. Senza paura dei pregiudizi, degli sguardi di disapprovazione, forse anche senza paura della violenza. Senza paura, insomma, di essere diversi.

E The end of the fu***ing world vuole fare questo: esaltare il diverso. Tramite due ragazzini persi in un mondo violento, che si tengono per mano, attraversano le rovine di una società globalizzata, e scoprono di non essere soli. Anche se uno dei due progetta di uccidere l’altra. Ma forse sarà proprio vedendo la diversità di Alyssa che James cambierà idea.

Luca Baldacci

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