Fotografia e kintsugi: "The will to remember" e l'immortalità di un istante
The Will to Remember è una raccolta di contenuti visivi che unisce materiali d’archivio del massacro del 1976 presso l’Università di Thammasat, in Thailandia, e foto delle proteste avvenute tra il 2020 e il 2022 nello stesso paese. Due istanze storiche visceralmente connesse da un rapporto causa-effetto che ancora oggi affligge la società thailandese. La narrazione multimediale è stata premiata nella categoria Open Format del World Press Photo 2022.
L’obiettivo era rappresentare la continuità che lega tutt’oggi i due eventi. L’escamotage di Charinthorn Rachurutchata: non solo fotografia, ma anche kintsugi, la tradizionale tecnica giapponese di riparare oggetti con una miscela di lacca e polvere d’oro. Alla base del kintsugi risiede la volontà di non gettare una cosa ritenuta preziosa. Per donarle nuova vita interviene l’oro a dare sacralità con il suo prestigio.
Una delle foto, in bianco e nero e proveniente dall’archivio del 1976, vede un gruppo di persone sparse su un prato dove si scorge qualche edificio. Di fronte a una violenza inaudita, ognuna di esse reagisce in maniera differente: chi rimane impietrita, chi cammina come se nulla fosse, mentre in primo piano (oltre alla bava dorata) esplode il significato. Un uomo trascina un compagno nel tentativo di soccorrerlo, mentre dietro di lui un altro indica il corpo esanime dell’ennesima vittima.
L’intervento
di Rachurutchata è doppio: il primo è la scelta
dell’immagine dall’archivio, il secondo è la riparazione tramite l’oro. In questo senso l’autrice non si configura
come fotografa
ufficiale dello scatto, ma come “rivisitatore” apportando un nuovo
significato, come in un remix.
Il ricordo
del massacro del 1976 è il cimelio da conservare. L’oro, in grado di conferire all’immagine un’aura
mitica e di produrre senso in più sfere culturali, è ciò che tiene i pezzi ancora uniti. Restaurare
la memoria per farla rifiorire e renderla immortale.
Antonio Verlino
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