Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

Fotografia e kintsugi: "The will to remember" e l'immortalità di un istante

The Will to Remember è una raccolta di contenuti visivi che unisce materiali d’archivio del massacro del 1976 presso l’Università di Thammasat, in Thailandia, e foto delle proteste avvenute tra il 2020 e il 2022 nello stesso paese. Due istanze storiche visceralmente connesse da un rapporto causa-effetto che ancora oggi affligge la società thailandese. La narrazione multimediale è stata premiata nella categoria Open Format del World Press Photo 2022.

L’obiettivo era rappresentare la continuità che lega tutt’oggi i due eventi. L’escamotage di Charinthorn Rachurutchata: non solo fotografia, ma anche kintsugi, la tradizionale tecnica giapponese di riparare oggetti con una miscela di lacca e polvere d’oro. Alla base del kintsugi risiede la volontà di non gettare una cosa ritenuta preziosa. Per donarle nuova vita interviene l’oro a dare sacralità con il suo prestigio.

Una delle foto, in bianco e nero e proveniente dall’archivio del 1976, vede un gruppo di persone sparse su un prato dove si scorge qualche edificio. Di fronte a una violenza inaudita, ognuna di esse reagisce in maniera differente: chi rimane impietrita, chi cammina come se nulla fosse, mentre in primo piano (oltre alla bava dorata) esplode il significato. Un uomo trascina un compagno nel tentativo di soccorrerlo, mentre dietro di lui un altro indica il corpo esanime dell’ennesima vittima.

L’intervento di Rachurutchata è doppio: il primo è la scelta dell’immagine dall’archivio, il secondo è la riparazione tramite l’oro. In questo senso l’autrice non si configura come fotografa ufficiale dello scatto, ma come “rivisitatore” apportando un nuovo significato, come in un remix.

Il ricordo del massacro del 1976 è il cimelio da conservare. L’oro, in grado di conferire all’immagine un’aura mitica e di produrre senso in più sfere culturali, è ciò che tiene i pezzi ancora uniti. Restaurare la memoria per farla rifiorire e renderla immortale.

Antonio Verlino

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