Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

L’Altro che Io temo: quando il nemico sono io

Da secoli, la saggistica e l’arte parlano dell’Io. Ne è un esempio il saggio Il perturbante (1919) di Sigmund Freud in cui l’istanza psichica è curiosamente connessa al “non familiare”. Il testo parla della scissione e opposizione in sé dell’Io. Cosa succederebbe se l’Ego proiettasse fuori di sé questa opposizione? La domanda trova risposta nell’idea di “perturbante”: ciò che procura inquietudine perché esiste un Alter-Ego che non mi è familiare. Un diverso angosciante

Quando fuoriusciamo dalla zona di comfort, abbiamo un atteggiamento terrorizzato. Ma ha senso considerare a monte l’Altro un nemico di cui avere paura quando potremmo essere noi il soggetto da temere? Persone di cui avere paura perché pensarci oggi qualcuno, domani qualcun altro ci destabilizzerebbe tanto da perdere il controllo?

Nell’artesi è spesso tentato di rappresentare il concetto dell’Altro-Io come Doppelgänger, il “Doppio”. Sono vari gli esempi nella letteratura, come Il Sosia di Fedor Dostoevskij o Il doppio di Otto Rank; e nel cinema, come L’uomo senza sonno con Christian Bale e, per citare anche un cortometraggio, La Testimone della serie Netflix Love, Death &Robots.

L’episodio tratta della testimone di un evento che non avrebbe dovuto vedere: l’omicidio di una ragazza identica a lei da parte di un uomo che la rincorrerà per la città nel tentativo di giustificarle l’accaduto. La vicenda si conclude con la protagonista che, scappando dall’omicida, si rifugia in una stanza identica a quella in cui l’uomo ha ucciso la sosia. Quest’ultimo la raggiunge, ma i ruoli si invertono: sarà la testimone ad assassinare il criminale nell’uguale modo in cui lei lo ha visto sparare alla sosia.

La Testimone mette in luce il senso di spaesamento, il timore e la risposta violenta dell’Io nell’interagire con un Altro-Io: una metafora della negazione del diverso un altro soggetto o un’altra visione delle cose fino al suo annullamento. 

Umberto Eco in Il diverso che viene trasformato in nemico ci presenta il diverso addirittura come una risorsa, riportando l’opposto all’Ego come metro di misura del suo valore e arricchimento. Il rapporto con l’Altro sembra essere all’origine dell’esperienza. Dunque, comprendere che c’è ora e ci sarà sempre “un diverso dall’Io” non sarebbe l’antidoto al preconcetto, al narcisismo dell’Ego e al veleno della paura?

La scissione è strutturale. Quindi, ha senso ossessionarsi a un’identità anche culturale che non possa essere oggetto al cambiamento, ma soprattutto all’incontro con l’Altro? Spunti di riflessione ci sono forniti da Ugo Volli nell’articolo Identità richiamando a un Io-ipse che si apre senza paura al cambiamento, contrariamente all’Io-idem, cioè “il medesimo” che rimane chiuso in se stesso. Nel saggio Esiste una cultura straniera?, Gian Paolo Caprettini incita all’interazione con l’Altro continuamente messa alla prova, considerando l’estraneità come un punto di arrivo.


Veronica Zanella

Commenti

Post popolari in questo blog

Cristo si è fermato a Beirut: la capitale libanese distrutta dalle fiamme, nella scatto di Lorenzo Tugnoli

Ali e mari di cura e speranza. Sulla foto "The first embrace" di Mads Nissen

Muri imponenti, identità instabili

Vivere il parto: un viaggio interattivo attraverso "Birth in the 21st Century"

What is truly Scandinavian? Difesa di uno spot tra identità e luoghi