Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

Una breve analisi semiotica di “Ukraine: Grey Zone”

“Ukraine: Grey Zone” è una delle produzioni candidate al World Press Photo 2021 per la sezione Digital Storytelling, nella quale vengono premiate le migliori forme di giornalismo visivo. Pur trattando temi differenti, ciò che accomuna i reportage presentati alla competizione è l’interattività. L’uso delle risorse digitali consente di sfruttare nuove modalità di fruizione del racconto, permettendo al fruitore di immergersi nella diegesi: la storia narrata e tutti gli elementi che la compongono. 

“Ukraine: Grey Zone” ricostruisce la quotidianità di chi vive nella “zona grigia”, il territorio della Donbass al confine tra Russia e Ucraina, la terra di frontiera dove ha luogo lo scontro tra i separatisti a guida russa e le forze armate ucraine. La storia inizia a Zolote, nel cuore della Grey Zone, qui passa la linea del fronte, la trincea che ha diviso i villaggi di comunità minerarie e ha eliminato le distinzioni tra civili e militari. Attraverso una combinazione di elementi visivi e sonori vengono messe in scena le vite di coloro che vivono, di coloro che combattono e di coloro che hanno combattuto nella zona grigia. Il racconto si suddivide così in tre capitoli, attraverso i quali un narratore esterno alla vicenda (livello extradiegetico) si occupa di tematizzare il punto di vista di coloro che sono coinvolti nel conflitto (rapporto eterodiegetico).

Cenni di storia del conflitto

Scoppiato all’inizio del XXI secolo e in corso ancora oggi, il conflitto ucraino può essere definito come un conflitto sociale, in quanto combattuto tra due soggetti entrambi appartenenti al più ampio panorama ucraino: i separatisti pro-Russia e gli europeisti. I primi vogliono un’Ucraina annessa alla Russia, come lo era sotto l’impero Russo, prima, e sotto l’URSS, poi. I secondi vogliono un’Ucraina annessa all’Unione Europea, come poteva essere, ma ad oggi non è. 

Geo-politicamente parlando, la separazione è netta. Gli europeisti sono nati e vivono nell’Ucraina dell’Ovest, non a caso più vicina all’Europa. Mentre, i separatisti pro-Russia vivono e lavorano nell’Ucraina dell’Est, non a caso più vicina alla Russia. Nella seconda, la maggior parte della popolazione è di origine russa, russofona e ortodossa in contrapposizione alla prima, dove la maggior parte della popolazione è cattolica. È a Est che il conflitto si mostra e si fa sentire.

Cenni di analisi audiovisiva

A livello cromatico spicca l’uso del bianco e nero in tutte le fotografie. Questa scelta stilistica, tutt’altro che casuale, ha due significati. Il primo è un significato simbolico: il bianco e nero sta alla grey zone ucraina. Il secondo è un significato semi-simbolico: per contrasto, Il bianco e nero permette di far risaltare il rosso con cui è tratteggiato il fronte, elemento cardine di questo conflitto.

Inoltre, alla costruzione del significato complessivo concorrono elementi audio intradiegetici, insieme ai sopracitati elementi visivi. I proclami via radio e televisione, i rumori ambientali della vita in città e in campagna, della guerra sul fronte e nei pressi, e le testimonianze di chi vive, combatte e ha combattuto rendono l’esperienza multimediale significativamente immersiva

Luca Paltrinieri e Ilaria Tesconi

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