"The first embrace": esigenze plastificate
Il 2021 racchiuso in uno scatto. La sicurezza di un abbraccio e l’impersonalità del nylon. La distanza, la morte, ma anche la speranza e la sopravvivenza.
A vincere il World Press Photo of the Year, quest’anno, è stato il fotogiornalista danese Mads Nissen, autore della fotografia The first embrace.
Nell’immagine, Rosa Luzia Linardi, una donna di 85 anni, è
abbracciata dall’infermiera Adriana Silva da Costa Souza, in una casa di cura a
San Paolo, in Brasile. Il suo primo abbraccio, grazie a una semplice
invenzione, dopo 5 mesi di isolamento, senza contatti, a causa della pandemia
di Covid-19.
A un primo sguardo, le figure delle due donne, centrate, sono
perfettamente inglobate all’interno della fotografia stessa: nel buio, di
un mondo in tempesta, che sembra quasi risucchiarle. C’è una sorta di
omogeneità nella composizione e i confini non sono del tutto definiti. L’abbraccio
fuoriesce da uno sfondo con il quale la donna di spalle si mescola: uno sfondo
nero che è un non-colore e che esiste tutto al di fuori della scena. L’unica
divisione nitida è quella creata dal nylon increspato. Il contatto diventa un contatto
plastificato. E l’abbraccio sembra un prodotto confezionato. Diventa
un bisogno, un bene di prima necessità.
Gli stessi membri della giuria del concorso hanno sottolineato
come, guardando attentamente l’immagine, si possano intravedere quasi delle ali:
la figurativizzazione della libertà e della fiducia. L’infermiera diventa così un
angelo nella lotta a questa pandemia.
La fotografia è una dichiarazione d’aiuto, ma anche un
messaggio di speranza, a partire dal titolo. In fondo, il primo abbraccio che
riceviamo al mondo è quello di una madre, simbolo di vita e di rinascita. L’affetto
di cui abbiamo bisogno e che cerchiamo.
E alla fine il riassunto del periodo che stiamo tuttora
vivendo è esattamente questo: la mancanza e la ricerca di un abbraccio che
ci rimetta al mondo.
Beatrice Amadei
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