Sulla propria pelle: la tragedia di Beirut attraverso l’obiettivo di Lorenzo Tugnoli
Il pomeriggio del 4 agosto 2020 il Libano è ripiombato nella paura. Il Paese, da anni intrappolato in una rete di tensioni che coinvolge il vicino Israele e le milizie filoiraniane di Hezbollah, è stato travolto da una violentissima esplosione con epicentro il porto di Beirut. I primi video dell’accaduto hanno rievocato le più grandi esplosioni del passato come Hiroshima e Nagasaki. In una situazione di estremo panico il fotoreporter Lorenzo Tugnoli è riuscito a catturare un’istantanea in grado di rappresentare perfettamente il tragico avvenimento. All’opera fotografica la giuria del World Press Photo ha deciso di assegnare il primo premio nella categoria Spot News 2021.
La foto racchiude in sé una fortissima componente simbolica, includendo in un singolo scatto la cronaca di un drammatico evento che avrà ripercussioni per anni. Al centro del ritratto troviamo il soggetto principale: un uomo di spalle che non convoca direttamente lo spettatore. La sua posa, con la testa piegata verso il basso e il volto affranto, richiama all’istante il logoramento e l’abbattimento fisico-psicologico causato dall’esplosione.
Ciò che stabilisce una continuità fra il soggetto e il contesto circostante è soprattutto la schiena: le ferite, i tagli e il dolore sulla pelle dell’uomo in primo piano sembrano in simbiosi con lo sfondo ritratto, ricco di macerie, lamiere e scheletri di edifici. La distruzione di una singola persona si mescola alla devastazione cittadina.
Inoltre, il gioco di luci fra l’oscurità della distruzione e il raggio di sole che illumina l’uomo crea un contrasto particolare. La contrapposizione rende visibile la tragica situazione nella quale il paesaggio si trova: l’uomo sembra nel mezzo di un evento apocalittico.
La luce che squarcia le tenebre rappresenta invece la speranza, come nei più celebri quadri di Caravaggio in cui è sinonimo di grazia e salvezza divina. Contemporaneamente questo chiarore ribadisce la necessità di ricostruzione. È l’alba di un nuovo giorno nel quale l’imperativo diventa uno soltanto: ripartire.
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