Semio-teca è il blog didattico del Laboratorio (2) di scrittura della Laurea Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna. Curato dal docente Antonio Laurino, raccoglie e presenta gli elaborati prodotti dalle studentesse e dagli studenti durante le diverse edizioni del corso, a partire dall'a.a. 2018/2019. I testi che ospita, redatti individualmente o in coppia e oggetto di discussioni critiche collettive, affrontano, da una prospettiva semiotica, temi ed eventi politici, culturali, artistici e mediatici, hanno carattere essenzialmente commentativo e sono rivolti a un pubblico interessato ma non specialista.

Raccontare il cambiamento: "Reconstructing seven days of protests in Minneapolis after George Floyd’s death"

Il 26 maggio scorso Minneapolis è diventata teatro di uno degli eventi più controversi dell’ultimo decennio: George Floyd, un uomo afroamericano di 46 anni, veniva brutalmente ucciso per mano di un agente di polizia.

Il video dell’accaduto, girato e pubblicato in rete da una passante, è diventato subito virale: ha messo a nudo ferite mai ricucite nella comunità afroamericana e riportato i riflettori sui temi del razzismo sistemico e dell’abuso di potere – e di violenza – da parte delle forze dell’ordine.

Da qui è iniziata un’intensa stagione di proteste diffuse su tutto il territorio nazionale: per i due mesi successivi a migliaia tra studiosi, opinionisti e analisti sono intervenuti per individuare il cuore del problema e fare ulteriori considerazioni, monopolizzando l’informazione.

Non è un caso se il vincitore del premio World Press Photo 2021 nella categoria "Interactive of the Year" è stato un progetto dal titolo Reconstructing seven days of protests in Minneapolis after George Floyd's death, portato avanti principalmente dal The Washington Post.

Osservandolo con occhio semiotico è possibile riconoscere alcuni dei meccanismi di significazione più rilevanti: ci riferiamo, in particolare, ai concetti di sincretismo, di débrayage enunciativo e di débrayage temporale.

Il progetto si organizza come un testo sincretico in cui il messaggio trova immediatezza nell’alternanza tra linguaggi audiovisivi e linguaggi testuali di raccordo. Questi intermezzi possono essere suddivisi in tre tipologie differenti: testi di breve lunghezza che si interpongono tra una raccolta di testimonianze video e l’altra, con lo scopo di introdurre il lettore agli eventi mostrati o di spiegare questi ultimi; testi di commento o brevi testi informativi associati a una data e a un orario; infine, testi che riportano piccoli estratti dei video e citazioni che gli organizzatori hanno reputato significative.

Vale qui la pena introdurre il lettore al concetto di débrayage: traducibile con disinnesco, può essere definito come la proiezione di uno spazio, di un tempo e/o di uno o più soggetti diversi da quelli dell’enunciazione (nel nostro caso, il The Washington Post). 

Forte di questa consapevolezza, anche il lettore meno esperto sarà in grado di riconoscere all’interno del progetto la presenza di un gran numero di débrayage, sia temporali, sia spaziali, sia enunciativi.

In particolare, la prima tipologia – i débrayage temporali – pervade tutto il progetto e permette al lettore di proiettarsi in un tempo altro, scandito e malleabile a proprio piacimento (non a caso il sito fornisce al lettore la possibilità di muoversi all’interno della linea temporale attraverso una piccola legenda collocata sulla destra). L’altra tipologia, facilmente individuabile, è relativa ai débrayage enunciativi, in cui ad essere proiettato è un soggetto diverso, ed è riconducibile alle citazioni introdotte lungo tutta la progressione temporale. 

L’efficacia del progetto risiede proprio nel fatto che, attraverso testimonianze video trovate in rete, gli ideatori siano stati in grado di costruire una narrazione unitaria: l’ovvia conclusione è che le manifestazioni sono state un fenomeno tanto sociale quanto social.

Ora il mondo non cambierà di certo domani e non cambierà per questo, ma alcuni avvenimenti dovrebbero farci riflettere e non solo perché parlarne fa tendenza o ci fa prendere più like.

Beatrice Amadei e Paolo Ruta 

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