Monumenti legati a un passato controverso: cosa fare con l’Emancipation Memorial
“Nelle nostre città, che lo sappiamo o no, ci aggiriamo continuamente fra le macerie di antiche guerriglie politiche, guerre semiologiche. Questo è fisiologico. Naturalmente spetta poi agli storici contribuire alla costruzione di una coscienza pubblica diffusa di questo processo dentro cui molti nostri concittadini si possono aggirare senza averne piena coscienza, così come ci aggiriamo in una nomenclatura viaria che via via perde di significato”. Questo è ciò che ha detto lo storico Mario Insegni, intervistato dalla rivista Una città.
Scattata da Evelyn Hockstein per il Washington Post, Emancipation Memorial Debate ha vinto il primo premio nella categoria Spot News del World Press Photo 2021.
Situato nel Lincoln Park di Boston, il memoriale mostra Abraham Lincoln che tiene il proclama di emancipazione in una mano. L’altra mano è sospesa sopra la testa di una persona di colore in perizoma, inginocchiata ai suoi piedi.
Però, il memoriale è in secondo piano e fuori fuoco. Quindi, la fotografa ha voluto mettere l’accento sulla seconda parte del titolo, il dibattito in merito alla rimozione del memoriale.
Vi partecipano un uomo e una donna. Lui, anziano e bianco, occupa la parte destra della composizione. Lei, giovane e nera, occupa la parte sinistra della composizione. Lui guarda lei. Lei guarda in alto.
Conoscendo, in estrema sintesi, le argomentazione e le contro-argomentazioni di chi è pro e di chi è contro la rimozione della statua possiamo far lavorare (neanche troppo) la fantasia.
Lui le starà dicendo che la statua è una rappresentazione
positiva di persone che vengono liberate dalle catene della schiavitù e che
la rimozione di tali monumenti può equivalere a una cancellazione della
storia.
Lei starà pensando che la statua è paternalista, umiliante nella sua raffigurazione dei neri americani, e che non rende giustizia al ruolo che i neri hanno svolto nella loro stessa liberazione.
Luca Paltrinieri
Commenti
Posta un commento